Compiti delle vacanze: perchè tuo figlio non ne vuole sapere?

Compiti delle vacanze: perchè tuo figlio non ne vuole sapere?

Che siano le vacanze di Natale, quelle di Pasqua o le più lunghe vacanze estive, i compiti delle vacanze sono un momento che crea molte difficoltà in famiglia.

In queste circostanze, per lavoro, mi trovo ad avere a che fare con bambini e ragazzi che non hanno voglia di farli e genitori che mi chiedono come poter trovare il modo di far fare ai propri figli questi benedetti compiti, magari senza che si ammassino all’ultimo giorno prima del rientro.

Oggi stavo pensando di scrivere un articolo in merito dove il focus fosse l’organizzazione;  dopo il sonnellino pomeridiano (una delle routine che più amo quando sono in vacanza), mi si è posta davanti questa domanda:

ma è realistico aspettarsi che dei bambini possano essere felici di mettersi a fare i compiti – quindi dei doveri – durante quelle che dovrebbero essere le vacanze?

 

Le vacanze dovrebbero essere vacanze!

Innanzitutto la  parola “vacanza” e la parola “compito” sono fondamentalmente  in contraddizione tra loro:  “vacanza” significa “libero da occupazioni” mentre il termine  “compito” è , di fatto, un “lavoro imposto”.

Personalmente ho preso atto che io, più vicina ai 30 che ai 20, durante le ferie, quando so di dovermi mettere a fare un dovere a casa (es. materiale da studiare, materiale da preparare entro una certa scadenza ecc), non mi metto ad urlare e pestare i piedi… ma poco ci manca!

Quando sono in vacanza dimentico che giorno sia, lascio da parte il mio essere super organizzata e mi concedo di non avere tutto sotto controllo, magari chiedendo ad alcune colleghe, se possono e se hanno voglia, di ricordarmi delle scadenze qualora fosse necessario.

Quando sono in vacanza so di non poter scappare da certi doveri ma faccio il possibile per ridurli al minimo e, quando devo… Mi concedo di non dovermi sforzare di essere “una brava signorina” e mi permetto di sentire la noia e la frustrazione!

Possiamo permettere ai bambini di esprimere la loro frustrazione?

Se mi concedo di farlo io che sono adulta… Perché non dovrei concederlo ad un bambino?!

Mi viene da dire… siamo onesti e non pretendiamo l’impossibile!

Per me la condizione ideale sarebbe che, durante le vacanze, i compiti non venissero assegnati o almeno fossero facoltativi e creativi, come quelli proposti più volte dalla Mastra Larissa (vedi pagina Facebook), per esempio.

Ma qualora non fossero poi così creativi e venissero assegnati obbligatoriamente, cosa si può fare?

Accettare che un bambino, come un ragazzo, possa non fare i salti di gioia alla sola idea di mettersi a fare i compiti delle vacanze, potrebbe essere una buona partenza.

Davanti alla sua frustrazione possiamo scegliere di rimproverarlo e di lamentarci con lui o possiamo provare altre modalità di comunicazione che siano maggiormente empatiche (e sicuramente più efficaci), come dirgli che lo capiamo (se è verò!), che sappiamo quanto possa essere difficile fare qualcosa che non si ha voglia di fare. Fargli degli esempi dove anche noi ci troviamo di fronte ad emozioni simili alle sue in situazioni analoghe.

E, magari, se ci va, dargli qualche consiglio su come organizzarsi (a questo riguardo, se vuoi, puoi dare un occhio qui).

Non tutto e subito ma poco e dilazionato nel tempo

Non ha molto senso chiedere a tuo figlio di fare tutti i compiti subito oppure di riposarsi e basta e di farli l’ultima settimana d’Agosto.

non ha senso fare un’abbuffata iniziale (o finale) e poi non toccare libro perchè, a questo punto, oltre a restare pesanti, i compiti risulterebbero inutili.

Al posto di fare tutti i compiti all’inizio o tutti alla fine, può essere una buona idea dare a tuo figlio tempo di riposarsi totalmente appena finita la scuola (almeno un paio di settimane, anche tre) e poi, consigliargli di “spalmarli” durante l’estate.

Anche il riposo è una cosa da fare!

E’ altrettanto importante non dimenticarci che anche il risposo è una cosa da fare, soprattutto durante le vacanze: permettiamo al bambino di dedicargli tutto il tempo di cui ha bisogno affinché torni a scuola rigenerato.

Inoltre, anche  il gioco libero è fondamentale per il bambino e fonte di apprendimento e l’apprendimento, per definizione, riguarda tutto ciò che permette di fare esperienza… quindi non avviene solo sui libri!

Anche questi dovrebbero essere considerati dei “compiti”… e non solo durante i periodi di vacanza.

A volte un po’ di buon senso e di voglia di “mettersi nei panni di” può fare miracoli!

Buona sperimentazione!

Alice Righetti

I compiti sono un incubo sia per te che per i tuoi figli? Dopo le vacanze estive Datemi Fiducia torna con “Compiti senza Stress, un percorso per genitori”.

Prima tappa a Preganziol (TV).

info: https://www.datemifiducia.it/compiti/

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