Iniziare la scuola col piede giusto: cinque consigli per mamma e papà

Iniziare la scuola col piede giusto: cinque consigli per mamma e papà

Settembre è arrivato: è tempo di salutare le vacanze e di riprendere le attività di routine.

In particolare, per i bambini arriva il momento di ricominciare la scuola e salutare i tempi lenti e rilassati dell’estate.

Sul web è pieno di consigli per gli studenti mentre ce ne sono pochi per mamma e papà.

Visto che il supporto dei genitori è molto importante in questa fase e che chi parte bene è già a metà dell’opera, ecco cinque consigli per iniziare la scuola con il piede giusto, scritti come te li direbbe tuo figlio, se sapesse di non rischiare una ramanzina 😉 .

1. “I compiti sono una cosa mia, non tua”.

Scuola che ricomincia = torna l’incubo dei pomeriggi passati sui compiti.

Se questo è già brutto di per sé, lo è ancora di più se mamma e papà ci mettono il carico da mille.

Ci sta aiutare un figlio nel momento dei compiti – se davvero ce n’è bisogno – ma questo è ben diverso dal farli letteralmente insieme o dal farli al posto suo.

Non c’è un solo bambino che abbia seguito con un lavoro di tutoring che, se lasciato un pochino più autonomo, con qualche dritta ma senza sostituirmi a lui, magicamente si dimostrasse più capace di quanto me lo avessero descritto i genitori.

Provare per credere.

2. “Non ho bisogno di un genitore che mi faccia da coach o da insegnante: ho bisogno di un genitore che si fidi di me”.

E qui ci colleghiamo direttamente al punto sopra. Nessun bambino ha voglia né bisogno di tornare a casa e… trovare un altro insegnante. O un motivatore. Che magari prova a spronare il figlio a suon di rimproveri pensando – super errore!- che così possa fare di più. La scuola non è una gara né con sé né con gli altri.

Il messaggio che rischi di passare a tuo figlio affiancandolo e spronandolo sempre, seppure in buona fede, è: “Credo che da solo non ce la faresti. Non ti ritengo abbastanza capace”.

Se poi provi ad incitarlo con rimproveri e coo., accentui ancora di più questo sentire.

Un bambino ha bisogno di un genitore che faccia il genitore, semplicemente amandolo e fidandosi di lui.

Un bonus di fiducia in più può valere molto più di tante raccomandazioni.

3.“Non mi serve eccellere in tutte le materie. Mi serve sentire cosa mi piace”.

La motivazione non arriva a comando ma va a braccetto con il piacere.

Se vuoi che tuo figlio non perda presto la voglia di approfondire, di trovare e studiare ciò che gli piace, è importante lasciare che si impegni di più in alcune materie e di meno in altre. Che segua le proprie passioni e la propria motivazione.

Non casca il mondo per qualche voto più basso (e nemmeno per qualche insufficienza) se il risultato è un bimbo più sereno e con meno ansia da prestazione.

Il primo passaggio per trovare la propria motivazione allo studio, infatti, è permettersi di sentire cosa non motiva.

Parafrasando Jodorowskj, se tuo figlio porta a casa un voto basso in matematica ed uno altissimo in disegno, perché cercare un insegnante di matematica che gli dia ripetizioni quando puoi cercare il maestro di disegno più bravo che c’è?

4.“Anche se sono più piccolo di te, ho anche io le mie paure e le mie ansie. Non aggiungermi anche le tue”.

E’ comprensibile agitarsi per dei vissuti scolastici dei propri figli. La situazione non è più quella della precedente generazione e questo comporta sia dei lati positivi che dei lati negativi. Tra questi ultimi, il fatto che molte pressioni arrivino direttamente dagli insegnanti, che troppo spesso consigliano al genitore di “seguire di più il figlio nei compiti e negli aspetti scolastici”, senza specificare che accorgimenti avere, per esempio.

Ma la scuola può creare tensioni e paure anche ai bambini; quelle che a noi adulti possono sembrare cavolate, per loro possono essere dei macigni difficili da superare!

Una verifica difficile, un’interrogazione davanti a tutti, un argomento non capito, un litigio con un compagno.

I bambini hanno già i loro problemi cui pensare a e cui far fronte.

Possiamo aiutarli non mettendoci un carico da mille con le nostre paure e le nostre aspettative.

5. “Non mi fa bene avere l’agenda più piena di un adulto. Lasciami tempo per oziare, riposare, giocare”.

Lunedì: scuola, pallavolo, compiti.

Martedì: scuola, rientro, compiti, ripetizioni di inglese.

Mercoledì: scuola, compiti, nuoto.

Così fino al week end, dove ci sono gli scout, il catechismo, lo sport e ancora i compiti.

Vedo quotidianamente bambini con l’agenda più piena di un adulto. Piena di attività strutturate, intendo. Non c’è più tempo per il gioco libero, che non è solo propedeutico per l’apprendimento ma fonte stessa di apprendimento, per l’ozio, per il sonnellino pomeridiano (quando gradito).

Quando un bambino corre tutto il giorno, con una giornata super programmata senza avere un po’ di relax, rischia di accadere che quando finalmente si ferma, sale l’ansia e la tensione e non sa come farsele passare. Perché, stando sempre nel “fare”, non è abituato a fare i conti con le emozioni spiacevoli e a trovare modalità per farci fronte.

A volte si pensa subito che un bambino sia iperattivo, svogliato e chi più ne ha più ne metta quando i motivi potrebbero decisamente essere altri. Molto più a portata di mano.

Che sia davvero un buon inizio… per tutti!

 

Qualora volessi approfondire:

L’ora dei compiti – A. Moè; G. Friso

Lasciateli giocare – P. Gray

Insegnanti efficaci – T. Gordon

Puoi scaricare gratuitamente l’articolo, in versione PDF, dal sito “Professione Mamma” di Erika Zerbini.

Ecco il link: MUMZINE 9

Sono la Dott.ssa Alice Righetti, nasco come educatrice di asilo nido e di quella che un tempo si chiamava scuola materna, divento tutor dell’apprendimento e poi psicologa dell’infanzia e dell’adolescenza.

Ex studentessa (non) modello, decido di lavorare su ciò che ruota attorno al tema della scuola sapendo bene cosa si provi a stare dall’altra parte.

Nel mio modo di lavorare faccio ciò che a loro tempo hanno fatto quei professionisti che mi hanno cambiato la vita: punto sulle risorse dei bambini e delle famiglie che si rivolgono a me

Tra i servizi che offro nel mio studio di Preganziol (TV) – se la situazione lo permette anche a distanza, con video consulenze – ci sono le supervisioni per tutor dei compiti e le consulenze psico-educative rivolte ai genitori su temi inerenti le difficoltà scolastiche e i compiti a casa.

Clicca QUI per i miei contatti.

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